16 Set Partita IVA per e-commerce: costi e procedura di apertura
Partita IVA per e-commerce: costi e procedura di apertura
Aprire un e-commerce in Italia comporta, a tutti gli effetti, l’avvio di un’attività commerciale. Questa operazione richiede l’apertura della partita IVA, indipendentemente dal volume d’affari o dalla mancanza di stoccaggio merci. Vediamo quindi come procedere, quali aspetti considerare e i costi associati.
Partita IVA per e-commerce: tipologie disponibili
In Italia, esistono tre principali regimi fiscali per chi apre una partita IVA:
- Regime ordinario: Adatto per SRL, SPA, professionisti e imprese con un fatturato superiore a 400.000 € per le società di servizi e a 700.000 € per tutte le altre attività. Questo regime comporta una tassazione variabile (23% – 43%), ma consente la deduzione di tutte le spese aziendali;
- Regime semplificato: Riservato alle imprese con fatturato sotto i 400.000 € per i servizi e sotto i 700.000 € per le altre attività. Questo regime esonera dall’obbligo di redigere bilanci complessi e tenere scritture contabili dettagliate;
- Regime forfettario: Ideale per chi avvia una nuova attività con un limite di fatturato annuo di 65.000 €. Non prevede l’applicazione dell’IVA e offre una tassazione agevolata, ma non permette di dedurre le spese. Per i primi cinque anni, l’aliquota IRPEF è del 5%, e dal sesto anno sale al 15%.
Come aprire una partita IVA per e-commerce
La partita IVA deve essere richiesta entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. La prima cosa da fare è scegliere il codice ATECO, che per gli e-commerce è 47.91.10 e per il dropshipping è 73.11.02.
Esistono diverse modalità di vendita online: attraverso un sito web di proprietà o tramite marketplace e piattaforme virtuali (es. Etsy, Amazon, eBay). Il dropshipping, invece, non prevede acquisti o stoccaggi; il venditore acquista prodotti da grandi piattaforme e li rivende, guadagnando una percentuale sulla vendita.
Dopo aver scelto il codice ATECO, occorre decidere il regime fiscale:
- Regime ordinario: Tassazione variabile (23% – 43%) con possibilità di dedurre tutte le spese aziendali.
- Regime forfettario: Tassazione al 5% per i primi cinque anni, poi al 15%. Non è possibile dedurre le spese.
In parallelo, bisogna iscriversi alla sezione commercianti del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio e presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al SUAP del proprio Comune. Una volta completati questi passaggi, l’attività di vendita online può cominciare senza ulteriori comunicazioni.
Costi di gestione della partita IVA per e-commerce
I costi di gestione variano in base al professionista scelto (tributarista, commercialista o esperto contabile). È importante considerare questi costi nella pianificazione del budget.
Vantaggi del regime forfettario per un e-commerce
Il regime forfettario presenta due principali vantaggi:
- Coefficiente di redditività: Le tasse sono calcolate sul 40% del fatturato, con il 60% considerato come costo per default.
- Assenza di IVA: Permette di vendere a prezzi più competitivi.
Tuttavia, è necessario mantenere un fatturato inferiore ai 65.000 € annui e, se si hanno anche altre entrate come dipendenti, il reddito totale non deve superare i 30.000 €.
Vendite internazionali
Se si desidera vendere anche all’estero, è fondamentale gestire correttamente le vendite internazionali:
- Unione Europea: Superati i 10.000 € annui di vendite, è necessario applicare l’IVA del Paese di destinazione e registrarsi al regime OSS UE per dichiarare e versare l’IVA sulle vendite a distanza di beni.
- Extra UE: È importante verificare le restrizioni sulle merci, compilare moduli doganali e ottenere un codice EORI e HS code.
La fatturazione può variare a seconda dei mercati di destinazione, e una consulenza da parte di un commercialista esperto in vendite online è altamente raccomandata.
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